La musica spaziale è quella branca della musica elettroacustica che utilizza nella sua parte compositiva variazioni del suono nello spazio.
Il suono percepito infatti non è mai o quasi mai proveniente dalla stessa direzione, ma si sposta intorno allo spettatore/ascoltatore. Il pubblico non si trova più ad ascoltare un concerto dove il suono lo investe frontalmente ma è immerso in uno spazio sonoro a 360°.
Questo genere di composizioni spesso viene rappresentata in ambienti creati appositamente o propriamente modificati per l'occasione.
La musica spaziale come tecnica specifica all'interno di una composizione è stata introdotta in Germania nel 1928 col nome di Raummusik.[1]
Il termine musica spaziale è inerentemente connesso con la musica elettroacustica per denotare la proiezione di fonti sonore nello spazio (fisico o virtuale) o anche il movimento della sorgente sonora nello spazio.
Esistono secondo Maconier tre categorie in cui più eventi vengono trattati in maniera spaziale:[2]
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